di MARCO ANDROSIGLIO
Il concetto di inconscio non è nato con Freud: come spesso accade, l’arte arriva in anticipo.
La letteratura romantica ha fatto ampio uso del concetto di inconscio come luogo misterioso, spesso crepuscolare dove i sentimenti più alti ma anche i più oscuri si mescolano.
Hoffmann e i suoi racconti ne danno ampia testimonianza.
In egual misura, la casa è uno dei simboli più antichi: lo stesso concetto di sepultura, che permette all’uomo di entrare pienamente nella storia, implica il concetto di dimora.
Ancora con Hoffmann: il suo perturbante è stato oggetto dell’interesse dello stesso Freud che se n’è 2 servito per mostrare cosa ne è consustanziale.
L’angoscia sorge quando qualcosa appare laddove la mancanza dovrebbe esservi: ecco l’unheimliche, dove il più familiare è anche il più angosciante.
La casa nella tradizione letteraria è diventata il luogo principe del filone romantico e del romanzo gotico, i cui autori più celebri, oltre allo stesso Hoffmann, sono E.A.Poe , Walpole , Shelley e 3 4 5 successivamente Lovecraft in chiave più moderna. 6
Per questi autori la dimora spettrale, il castello, la casa isolata, la cantina sono in seguito diventati dei topos letterari: ma a cosa rispondono questi luoghi per il nostro immaginario? E quale legame con una riflessione intorno al concetto di casa per una associazione di psicologi italiani in Francia.
Ebbene, la mia ipotesi è propriamente legata a questa articolazione in cui i luoghi più cari diventano anche i luoghi colmi di tutte le paure e gli orrori.
Per chi decide di lasciare il proprio paese, i propri affetti e dunque la propria casa, spesso il sentimento malinconico nostalgico ammanta i luoghi abbandonati: ma “abbandonati” anche nel senso “gotico” del termine, in cui il vuoto è invaso da mostri, fantasmi e demoni.
Nella nostra pratica clinica incontriamo l’orrore spesso dove ci si attende l’affetto, il mostro è purtroppo nella maggior parte dei casi il più prossimo, il vicino, il familiare, il parente.
Quando si parte, ci si separa: è un atto.
La casa che si abbandona è allora il tiepido nido o il nido del ragno?